Intervista a

Giuseppe Calzolari

Critico cinematografico, semiconvittore del Maria Luigia durante il periodo bellico.

 

 

1.      Cosa ricorda dei suoi insegnanti?

Erano elastici e non davano mai molti compiti durante le vacanze o altro. Mi ricordo di aver fatto qualche scherzetto agli insegnanti con alcuni compagni, i ragazzi cambiavano i voti e i professori non se ne accorgevano. Amavamo la musica americana soprattutto il jazz e i romanzi di Hemingway. Un docente particolare era Attilio Bertolucci che insegnava storia dell’arte e italiano ma il più delle volte insegnava letteratura e cinema come del resto faceva l’altro docente. Pietrino Bianchi.

2.      Del rettore?

Il rettore si chiamava Trincas. Era molto severo ma a volte noi ragazzi riuscivamo ad uscire senza che lui ci vedesse, se venivamo scoperti rischiavamo una sospensione. Durante il pranzo dovevano stare zitti mentre Trincas si aggirava per il refettorio a controllarci. Mi ricordo con tenerezza quando impediva le scene dei baci nei film, a cui ci faceva assistere in teatro. Poco fa sono salito al primo piano e ho rivisto lo stanzino  di proiezione: ci sono ancora le pizze ma non ho trovato il vecchio proiettore.

3.      Dei bidelli?

Chi riusciva a farsi “cocco del bidello” si considerava fortunato, perché il bidello gli lasciava il permesso di uscire quando voleva. Un bidello in particolare era “Gnuk - Gnuk” che assomigliava molto a un cinesino, ci lasciava passare per il corridoio senza bloccarci.

4.      Cosa ricorda dei compagni di studio e di svago?

Ricordo Giacomo Ulivi rimasto ucciso  da partigiano nel ’44 a soli 20 anni; poi Enrico Medioli (con cui c’era un po’ di attrito) che  è diventato uno sceneggiatore importante ed ha lavorato anche con Visconti.

Noi ragazzi facevamo molte monellerie, tentativi di fuga, dispetti ai proff., giochi pericolosi per metterci alla prova. In tempo di guerra l’allegria e il  cibo erano scarsi e ci arrangiavamo un po’, così ci rubavamo i panini a vicenda, perché c’era sempre chi ce l’aveva più imbottito e gustoso,  per prenderlo facevamo spostare la vittima dal suo banco e inghiottivamo tutto in un boccone. Tra i compagni c’era uno che era specializzato a far suonare “un’orchestrina” sotto i banchi con elastici e pennini e organizzava veri e propri concerti, ma un giorno fu scoperto e dolorosamente concluse il suo periodo artistico. Altre marachelle erano quelle di cambiare i voti delle pagelle con la scolorina sperando che nessuno se ne accorgesse, oppure di accogliere  in corridoio l’insegnante di matematica quando riportava le verifiche e mentre uno lo intratteneva l’altro gli prendeva la borsa e correggeva i voti negativi. Una volta con Giacomo Ulivi (uno che amava le sfide) feci a palle di neve contro una ventina di ragazzi e fummo letteralmente coperti dalla neve.

5.      E del periodo della guerra?

Scattava l’allarme solitamente in caso di pericolo e venivamo accompagnati nei rifugi. C’era un ragazzo che era bravissimo a produrre con la voce  un falso allarme e, quando qualcuno stava per essere interrogato, ad un segnale convenuto  interveniva opportunamente.

        6.     Si praticavano sport?

Soprattutto il tennis e l’equitazione, specialmente dopo le lezioni o i compiti del pomeriggio. Molte volte si organizzavano saggi ginnici, ma io non vi partecipavo quasi mai, a parte una volta   quando corsi i cento metri. A questi saggi assistevano le autorità e i nobili.   

Le immagini sono tratte da:

G. Calzolari Il Cineclub di Parma e  altri Circoli 1937-1962, PPS Ed.

 

Il filmato: Saggio ginnico al Maria Luigia (1935) è tratto da Parma d'Altri Tempi, "Gli anni trenta", per gentile concessione di Officinema,  produzioni cinematografiche.