Critico
cinematografico, semiconvittore del Maria Luigia durante il periodo bellico.
1.
Cosa
ricorda dei suoi insegnanti?
Erano
elastici e non davano mai molti compiti durante le vacanze o altro. Mi ricordo
di aver fatto qualche scherzetto agli insegnanti con alcuni compagni, i ragazzi
cambiavano i voti e i professori non se ne accorgevano. Amavamo la musica
americana soprattutto il jazz e i romanzi di Hemingway. Un docente particolare
era Attilio Bertolucci che insegnava storia dell’arte e italiano ma il più
delle volte insegnava letteratura e cinema come del resto faceva l’altro
docente. Pietrino Bianchi.
2.
Del rettore?
Il
rettore si chiamava Trincas. Era molto severo ma a volte noi ragazzi riuscivamo
ad uscire senza che lui ci vedesse, se venivamo scoperti rischiavamo una
sospensione. Durante il pranzo dovevano stare zitti mentre Trincas si aggirava
per il refettorio a controllarci. Mi ricordo con tenerezza quando impediva le
scene dei baci nei film, a cui ci faceva assistere in teatro. Poco fa sono
salito al primo piano e ho rivisto lo stanzino
di proiezione: ci sono ancora le pizze ma non ho trovato il vecchio
proiettore.
3.
Dei bidelli?
Chi
riusciva a farsi “cocco del bidello” si considerava fortunato, perché il
bidello gli lasciava il permesso di uscire quando voleva. Un bidello in
particolare era “Gnuk - Gnuk” che assomigliava molto a un cinesino, ci
lasciava passare per il corridoio senza bloccarci.
4.
Cosa ricorda dei compagni di studio e di svago?
Ricordo
Giacomo Ulivi rimasto ucciso da
partigiano nel ’44 a soli 20 anni; poi Enrico Medioli (con cui c’era un
po’ di attrito) che è diventato uno sceneggiatore importante ed ha lavorato
anche con Visconti.
Noi
ragazzi facevamo molte monellerie, tentativi di fuga, dispetti ai proff., giochi
pericolosi per metterci alla prova. In tempo di guerra l’allegria e il
cibo erano scarsi e ci arrangiavamo un po’, così ci rubavamo i panini
a vicenda, perché c’era sempre chi ce l’aveva più imbottito e gustoso, per prenderlo facevamo spostare la vittima dal suo banco e
inghiottivamo tutto in un boccone. Tra i compagni c’era uno che era
specializzato a far suonare “un’orchestrina” sotto i banchi con elastici e
pennini e organizzava veri e propri concerti, ma un giorno fu scoperto e
dolorosamente concluse il suo periodo artistico. Altre marachelle erano quelle
di cambiare i voti delle pagelle con la scolorina sperando che nessuno se ne
accorgesse, oppure di accogliere in
corridoio l’insegnante di matematica quando riportava le verifiche e mentre
uno lo intratteneva l’altro gli prendeva la borsa e correggeva i voti
negativi. Una volta con Giacomo Ulivi (uno che amava le sfide) feci a palle di
neve contro una ventina di ragazzi e fummo letteralmente coperti dalla neve.
5.
E del periodo della guerra?
Scattava
l’allarme solitamente in caso di pericolo e venivamo accompagnati nei rifugi.
C’era un ragazzo che era bravissimo a produrre con la voce
un falso allarme e, quando qualcuno stava per essere interrogato, ad un
segnale convenuto interveniva
opportunamente.
Soprattutto
il tennis e l’equitazione, specialmente dopo le lezioni o i compiti del
pomeriggio. Molte volte si organizzavano saggi ginnici, ma io non vi partecipavo
quasi mai, a parte una volta quando
corsi i cento metri. A questi saggi assistevano le autorità e i nobili.
Le immagini
sono tratte da:
G. Calzolari Il Cineclub di Parma e altri Circoli 1937-1962, PPS Ed.
Il filmato: Saggio ginnico al Maria Luigia (1935) è tratto da Parma d'Altri Tempi, "Gli anni trenta", per gentile concessione di Officinema, produzioni cinematografiche.